Il 15 settembre 1983 sorvolava per la prima volta i cieli di Cascina Costa un elicottero che sarebbe diventato un punto di riferimento per il settore militare italiano e internazionale: l’A129 Mangusta.
Un elicottero militare controcarro, sviluppato in modo tale da poter assumere differenti configurazioni in base allo scenario di intervento.
In Italia all’inizio degli anni Settanta l’Esercito italiano stava valutando l’opportunità di un elicottero da attacco.
In primo luogo, fu chiesto all’Agusta uno studio di fattibilità per armare il 109, il gioiello nato dalla maestria degli ingegneri Lovera e Bellavita.
Quando ai vertici Agusta e dell’Esercito fu chiaro che una conversione militare del 109 non fosse possibile, fu presa la strada di un nuovo progetto, una macchina ad hoc per l’ambito militare.
Il progetto dell’A129 interessò i tecnici Agusta a partire dalla metà degli anni Settanta e fu influenzato da molteplici varianti e versioni prima di poter giungere alla versione definitiva.
Il modello ideato era completamente differente da qualsiasi elicottero costruito in precedenza.
La prima evidenza è, infatti, la cabina di pilotaggio che si presenta con una configurazione in tandem a piani sfalsati.
Inoltre, per la costruzione della fusoliera fu utilizzato per la prima volta in Agusta un materiale composito, principalmente fibra di carbonio, per garantire la massima resistenza ma anche una grande leggerezza e manovrabilità all’apparecchio che avrebbe dovuto essere impiegato in azioni di attacco.
Con l’A129 si inizia a parlare di due criteri di costruzione per gli elicotteri: crashworthiness e vulnerability.
Il primo interessa principalmente il processo di progettazione e costruzione, mentre il secondo ha a che fare con la gestione delle situazioni di emergenza.
Per esempio, in caso di attacco nemico in modo che la macchina possa restare completamente governabile anche se colpita da armi di piccolo calibro.
Una macchina studiata nei minimi dettagli per consentire la sopravvivenza agli occupanti in caso di attacco e per rispondere alle esigenze più performanti richieste dall’Esercito per la cui progettazione e realizzazione ci vollero alcuni anni.
I primi prototipi videro la luce agli inizi degli anni ’80 e fu proprio il 15 settembre 1983 che il 129 fu portato in volo per la prima volta.
Volete conoscere qualche curiosità?
- In Italia c’è anche una donna col brevetto per pilotare il Mangusta, l’unica donna da dieci anni a questa parte, il maggiore Pamela Elena Sabato!
- Il nome Mangusta in inglese “Mongoose” fu scelto per fare concorrenza al Bell AH-1 Cobra elicottero concorrente costruito negli Stati Uniti.